ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA: IL RAPPORTO PISA 2018

Il 7 maggio l’ OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econimico) ha pubblicato i risultati dell’indagine PISA 2018 che misura l’alfabetizzazione finanziaria dei ragazzi di 15 anni in 20 paesi compresa l’Italia.

PISA è l’acronimo utilizzato per il programma dell’OCSE (Programme for International Student Assessment) volto a misurare le competenze degli studenti in oltre 70 paesi nel mondo.

Nell’edizione 2018, come già avvenuto nel 2015 e nel 2012, l’indagine è stata estesa alle competenze in ambito finanziario.

Cos’è l’alfabetizzazione finanziaria

La comunità scientifica che si occupa dell’argomento ha elaborata una definizione ben precisa di cosa si intende quando si parla di alfabetizzazione finanziaria. 

Si fa riferimento all’insieme di conoscenze relative a concetti e rischi di carattere finanziario che unite ad abilità, motivazione e consapevolezza nei propri mezzi, possono essere efficacemente utilizzate per prendere decisioni che migliorino il benessere finanziario individuale e della società nel suo complesso, consentendo una partecipazione attiva alla vita economica.

La metodologia sviluppata dall’OCSE nelle rilevazioni, mira non solo a conoscere la diffusione di determinate nozioni fra gli studenti, quanto la capacità di questi di applicare le conoscenze apprese in situazioni reali.

Perché misurare le competenze finanziarie dei ragazzi?

Negli ultimi decenni in molti paesi è cresciuta l’attenzione verso le competenze finanziarie possedute dai propri cittadini. 

In primo luogo si ritiene che tali competenze siano indispensabili mano a mano che i sistemi di welfare pubblici vengono ridimensionati, lasciando spazio a soluzioni più o meno di mercato. 

Nel tempo si è osservata una crescente diffusione di prodotti finanziari a maggiore complessità che richiedono di possedere competenze adeguate per comprenderne il funzionamento ed i rischi.

L’attenzione nei confronti dei giovani è da ricondurre da un lato al fatto che, con sempre maggiore frequenza, anche un ragazzo di 15 anni ha a che fare con decisioni finanziarie  che diventano più complesse. Dall’altro, c’è da considerare il fatto che in molti paesi sono stati attivati programmi scolastici per diffondere le competenze in ambito finanziario. È interesse delle istituzioni comprenderne l’efficacia e gli eventuali punti deboli.

I risultati dell’indagine 2018

Proviamo a vedere alcuni dei principali risultati emersi dall’indagine 2018. Per chi fosse interessato il rapporto completo può essere consultato e scaricato dal sito dell’OCSE.

La rilevazione viene effettuata tramite la somministrazione agli studenti coinvolti di un questionario e il calcolo di un punteggio associato alle risposte fornite. L’OCSE individua 5 livelli a cui corrispondono competenze crescenti in ambito finanziario.

In media, nei paesi OCSE l’85% degli studenti raggiunge almeno il livello 2 nella scala delle competenze finanziarie, che rappresenta la soglia minima al di sotto della quale un ragazzo necessita dell’assistenza di un terzo per compiere scelte relative a situazioni comuni in cui sono necessarie competenze finanziarie base. 

A questo livello, ad esempio, si è in grado di confrontarsi con situazioni in cui il prezzo è espresso in relazione alla quantità, e lo studente riesce ad eseguire operazioni numeriche elementari per fornire una risposta relativa ad una decisione finanziaria.

Percentage of students at each level of proficiency in financial literacy. Source: OECD, PISA 2018 Database, Table IV.B1.2.4

Guardando ai risultati, si osserva una discreta variabilità, a paesi come Estonia, Polonia e Finlandia, dove più del 90% dei partecipanti hanno competenze pari o superiori a quelle minime. Si contrappongono paesi in cui oltre 1 studente su 3 non raggiunge il livello considerato come accettabile.

Fattori che incidono sul livello di alfabetizzazione finanziaria

L’indagine compiuta nell’ambito del programma PISA, è completata con una serie di dati relativi alle caratteristiche sociali, culturali e demografiche del campione di studenti partecipanti. In questo modo è possibile cercare di individuare i fattori che concorrono all’acquisizione delle competenze finanziarie da parte dei ragazzi.

  • COMPONENTE SOCIO-ECONOMICA: l’OCSE misura la condizione socio-economica di provenienza dei partecipanti, tramite le dichiarazioni degli stessi. Alla misurazione di tale componente concorrono il grado di istruzione dei genitori, la loro occupazione e la proprietà della casa di residenza. In media i ragazzi che vivono in contesti avvantaggiati dal punto di vista socio economico, ottengono performance superiori.
  • RUOLO DEI GENITORI ED ADULTI: nei paesi OCSE il 94% dei ragazzi dichiara di ottenere informazioni in merito ad argomenti finanziari dai propri genitori. In media coloro che raccolgono informazioni dai genitori, conseguono performance superiori nel test sottoposto.
  • COMPORTAMENTI QUOTIDIANI ED ESPERIENZA: il 73% degli studenti dichiara di aver effettuato un acquisto on-line nei 12 mesi precedenti alla rilevazione. Coloro che hanno compiuto acquisti on-line in media ottengono punteggi superiori. Anche coloro che utilizzano tecnologie digitali per tenere traccia delle spese effettuate e conoscere di quanto denaro dispongono, ottengono in media risultati superiori.

Qual è la situazione in Italia?

Guardando al nostro paese, si può affermare che c’è ancora molta strada da fare nella diffusione di adeguate competenze finanziarie fra i ragazzi e nella popolazione in generale.

Gli studenti italiani non brillano nei risultati del test PISA, posizionandosi al di sotto della media OCSE.

A preoccupare è il fatto che il 20% dei ragazzi oggetto della rilevazione, non raggiunge il livello minimo di competenza. Su lavoce.info Alessio Figoli, mostra che i risultati sono frutto di importanti differenze sia a livello territoriale, con il Sud Italia, che ottiene performance inferiori, sia all’interno del sistema scolastico. Solo il 10% degli studenti dei licei “non raggiunge la sufficienza”, al contrario negli istituti professionali 1 studente su 2 non è in grado di rispondere correttamente a quesiti basilari.

A conferma delle difficoltà che gli studenti italiani incontrano nel confrontarsi con problemi e decisioni in ambito finanziario, i risultati dell’indagine mostrano che essi raggiungono performance inferiori a quelle che ci aspetteremmo date le competenze in matematica che in media posseggono.

In Italia il gap fra i risultati ottenuti e quelli attesi, date le competenze possedute in ambito matematico, è il maggiore dei paesi presi in esame dal rapporto OCSE.

Relative performance in financial literacy. Source: OECD, PISA 2018 Database, Table IV.B1.2.8

Testimonianza del fatto che concetti specifici delle materie finanziarie, come la relazione fra rischio e rendimento, l’effetto di decisioni finanziarie nel breve e nel lungo periodo o gli aspetti legati alla sicurezza delle transazioni sono poco diffusi e compresi dagli studenti italiani.

La diffusione di tali competenze fra i giovani, attraverso un adeguamento dei programmi scolastici e formativi, dovrebbe essere una priorità delle istituzioni pubbliche.

Un cittadino che possiede le necessarie competenze in ambito finanziario, compierà scelte più efficaci in materia di risparmio e previdenza.

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