Secondo il Financial Times la riforma del valore di circa 4.1 miliardi di dollari (pari all’ 1.4% del PIL del paese) prevedeva l’abolizione di alcune esenzioni fiscali e l’allargamento della base imponibile.
Molti dei partiti sostenitori della riforma si sono pian piano defilati, ed il governo, guidato da Ivan Duque è stato infine preso di sorpresa da importanti manifestazioni di piazze scoppiate nel paese che si sono prolungate per quasi una settimana. Le manifestazioni si sono trasformate in scontri violenti con un bilancio di 17 morti e oltre 800 feriti.
Adesso il paese necessita di una nuova riforma per evitare downgrade del proprio debito sovrano.
Oggi il debito colombiano ha rating investment grade, ma tutte le agenzie, ad eccezione di Moody’s collocano il paese al gradino più basso della BBB-.
Il rischio è quindi quello che il paese veda i propri bond retrocessi al grado di “junk”. La Colombia, insieme a Messico, Cile e Perù è tra i pochi paese dell’America Latina ad avere rating investment grade.
Il paese nonostante i problemi legati al narcotraffico e alla guerriglia di estrema sinistra non fa default sul proprio debito dal 1930 e ha rating investment dal 2011.