CORONAVIRUS E FINANZA PERSONALE: II PARTE

Ho già affrontato nella settimana passata il tema degli effetti che l’attuale crisi sanitaria ha sulla situazione economica e finanziaria delle famiglie.

Di fronte a situazioni impreviste, che generano importanti perdite di reddito, è evidente l’importanza di avere a propria disposizione un fondo di emergenza, cui poter attingere per evitare di dover ridurre le spese o indebitarsi.

Riprendiamo i dati raccolti da Banca di Italia nel proprio Rapporto sul bilancio delle famiglie italiane 2016, utilizzato da Guiso e Terlizzese per stimare la capacità delle famiglie di far fronte allo shock prodotto dal lockdown deciso dal governo.

Guardando ai risparmi “liquidi” (conti correnti e depositi bancari) detenuti dalle famiglie italiane direttamente colpite dalle misure di lockdown, risulta che una buona fetta di queste, circa il 37%, non ha sufficiente copertura per far fronte alla perdita derivante dallo stop alle attività produttive.

E se tutti avessero un fondo di emergenza?

Per capire l’efficacia di possedere un fondo di emergenza nell’attenuare gli effetti di eventi imprevisti, abbiamo confrontato il grado di copertura effettivo delle famiglie colpite dallo shock finanziario, con quello che otterremmo se ogni famiglia detenesse un fondo di emergenza.

Il grafico (Fig.1) raffigura in rosso la distribuzione del rapporto fra i depositi detenuti dalle famiglie e la perdita di reddito stimata per quelle stesse famiglie a causa dello stop alle attività economiche. In blu invece, è raffigurata la distribuzione del rapporto fra l’importo di un fondo di emergenza “ideale” e la perdita subita.

Grado di copertura delle perdite
GRADO DI COPERTURA DELLA PERDITA

Fig.1 Rapporto fra copertura e perdita. Stop alle attività economiche di 30 giorni.

La simulazione è stata realizzata usando i medesimi dati di Guiso e Terlizzese, e prende in esame le famiglie partecipanti al Rapporto 2016 di Banca d’Italia, selezionando fra queste quelle in cui almeno un componente lavora in uno dei settori colpiti.

Il fondo di emergenza “ideale” è stato calcolato come pari a tre volte il reddito medio mensile della famiglia.

. Percentuale di famiglie senza copertura, con un basso grado di copertura o con un buon grado di copertura, rispetto alla perdita di reddito derivante dal lockdown.

Tab.1 Percentuale di famiglie senza copertura, con un basso grado di copertura o con un buon grado di copertura, rispetto alla perdita di reddito derivante dal lockdown.

Si osserva che in rapporto agli effettivi depositi detenuti, solo il 44% delle famiglie ha un buon grado di copertura, pari ad almeno due volte la perdita subita. Il 37% invece non riuscirebbe, attingendo ai risparmi, a far fronte alla perdita (Tab. 1).

Se al contrario le famiglie detenessero risparmi “liquidi” pari almeno al fondo di emergenza suggerito anche su questo blog, la totalità delle famiglie riuscirebbe ad affrontare lo shock senza dover ridurre i propri consumi o ricorrere all’indebitamento.

In questo contesto abbiamo ipotizzato uno stop alle attività di 30 giorni lavorativi (pari a ca. 45 di calendario). Ovviamente al prolungarsi dello stop, diminuirà il grado di copertura fornito dal fondo di emergenza. Non si è inoltre tenuto conto di possibili effetti che un periodo di inattività ha sui redditi prodotti alla riapertura. Effetti che saranno tanto più importanti, tanto più le persone e le imprese resteranno inattive.

Lavoratori autonomi e misure di sostegno

La perdita di reddito fin qui stimata, non prende in considerazione le misure che il governo ha messo in campo a tutela di imprese e lavoratori.

Principalmente il governo si è impegnato a fare in modo che nessun lavoratore dipendente debba subire un licenziamento a causa del lockdown. È stato ampliato il raggio di azione della cassa integrazione, e ci si è impegnati ad erogare un’integrazione al reddito pari a 600€ per i lavoratori autonomi.

Possiamo ipotizzare che i lavoratori dipendenti per il momento, non subiscano variazioni significative al proprio reddito, se gli ammortizzatori sociali funzionano correttamente.

La categoria dei lavoratori autonomi, specie piccoli imprenditori, artigiani e commercianti, sembrano invece essere maggiormente colpiti da una “serrata” imposta che per alcuni di questi azzera completamente la capacità di produrre reddito.

Limitando l’analisi alle famiglie in cui almeno un reddito deriva da lavoro autonomo, abbiamo preso in considerazione il grado di copertura della perdita per queste famiglie. In questo caso si è comparato il grado di copertura in assenza di misure governative (rosso in Fig.2), e quello che invece si ottiene ipotizzando l’erogazione di 600€ per ciascuno percettore di redditi da lavoro autonomo (blu in Fig.2).

Grado di copertura della perdita
Grado di copertura della perdita

Fig.2 Rapporto fra copertura e perdita. Stop alle attività economiche di 30 giorni.

Si osserva che la misura di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi, contribuisce ad incrementare il grado di copertura di questi rispetto allo shock subito. Le famiglie totalmente prive di copertura passano da ca. il 35% al 23% di quelle selezionate (Tab. 2).

Grado di copertura per famiglie con almeno un reddito da lavoro autonomo, con e senza intervento governativo.

Tab. 2 Grado di copertura per famiglie con almeno un reddito da lavoro autonomo, con e senza intervento governativo.

Si è ipotizzato che l’erogazione di 600€ avvenga per tutti coloro che percepiscano un reddito da lavoro autonomo, ipotesi coerente con la scelta del governo di non imporre particolari vincoli all’erogazione. Guardando alle condizioni richieste per ottenere il sussidio infatti, non si prevedono né soglie rispetto al reddito, né rispetto ad indicatori di ricchezza come lSEE.

Si noti che dalla simulazione effettuata, ca. il 12% delle famiglie prese in esame, al netto dello shock subito, una volta ricevuto il contributo di 600€, sperimenterebbero un incremento del proprio reddito disponibile. Probabilmente è il caso di famiglie i cui redditi provengono in prevalenza da lavoro dipendente, con redditi da lavoro autonomo inferiori ai 6.000€.

Gli effetti stimati, in considerazione delle ipotesi semplificative adottate, sono da considerarsi per la loro valenza qualitativa, e non rappresentano una stima accurata dal punto di vista quantitativo.

Gli interventi messi in campo dal governo, hanno ovviamente come priorità quella di fornire un sostegno rapido a coloro che, momentaneamente, hanno persa la capacità di generare redditi. In quest’ottica è comprensibile la scelta di non imporre vincoli che avrebbero richiesto procedure più complesse per richiedere il contributo.

Tuttavia, nel dover pensare a nuove misure da adottarsi nel proseguimento della crisi, andrebbero presi in considerazione accorgimenti, data la scarsità delle risorse, per indirizzare e misure di sostegno alle famiglie che più ne hanno bisogno.

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