ESG E CRISI RUSSA: STORIA DI UN FALLIMENTO?

Negli ultimi anni il mercato del risparmio gestito ha deciso di cavalcare i principi cosiddetti ESG (Environmental, Social, Governance) la cui funzione sarebbe quella di canalizzare il risparmio verso aziende che rispettano standard ambientali, sociali e di governance tali da facilitare la transizione energetica e il rispetto di determinati valori etici e sociali.

ESG E CRISI RUSSA: STORIA DI UN FALLIMENTO?

I principi e le “bollinature” ESG sono diventati la panacea per ogni male nel mondo dell’investimento. Di volta in volta è stata esaltato il fatto che il rispetto dei principi ESG oltre ad avere aspetti etici, consentirebbe di raggiungere rendimenti superiori oltre a fare in modo che i propri investimenti siano al riparo da rischi connessi a comportamenti poco etici delle imprese.

Aswath Domodaran, professore di Finanza della Stern School of Business at NYU, da anni critico nei confronti della tassonomia ESG, sul proprio blog rileva che nel contesto del conflitto in Ucraina ci saremmo aspettati di vedere l’effetto dei principi ESG.

Effetto che non si è visto anche in considerazione del fatto che i rating ESG non sembrano aver tenuto conto del rischio rappresentato dalla Russia. Non sembra infatti che le aziende con attività in Russia avessero in media valutazioni ESG più basse.

Alcune grandi aziende Russe come Severstal, Sberbank, Yandex e Lukoil a Febbraio 2022 avevano ancora valutazioni ESG che le collocavano fra il 25% migliore delle aziende.

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