ESPERIENZA PASSATA E SCELTE FINANZIARIE
di Grinny ·
Qual è l’effetto dell’esperienza vissuta sulle scelte finanziarie? Aver vissuto un crollo dei mercati ci rende meno propensi al rischio nel corso della nostra vita? Le neuroscienze possono aiutarci a comprendere gli effetti di lungo termine delle esperienze vissute sui mercati finanziari.

Negli ultimi anni gli economisti hanno iniziato a studiare e comprendere meglio l’effetto di lungo termine che l’esperienza vissuta ha sulle scelte finanziarie.
Come impattano le crisi, gli eventi politici e gli shock macroeconomici incontrati durante la propria vita, su scelte e convinzioni in ambito finanziario?
Esiste una relazione fra le esperienze personali e la decisione di investire sul mercato azionario?
È abbastanza nota in letteratura la relazione esistente fra le esperienze vissute da una certa generazione e i comportamenti prevalenti in materia di scelte finanziarie.
Il caso più noto è quello dei cosiddetti “Depression babies”, ovvero la generazione che a fine anni ‘20 del novecento ha vissuto la Grande Depressione e i crolli dei mercati azionari globali. Si è infatti osservato che in media tali individui nel corso della propria vita si sono mostrati estremamente avversi al rischio in ambito finanziario, rifuggendo l’investimento azionario e in genere accumulando risparmi per acquistare beni di prima necessità.
Neuroscienze e finanza personale
L’economista Ulrike Malmendier si è occupata di indagare se l’esperienza passata incida sulle scelte finanziarie degli individui e in che modo.
Alla base del meccanismo con cui il passato influisce sulle nostre scelte finanziarie ci sarebbero motivi strettamente fisiologici, che hanno a che fare con il funzionamento stesso dei nostri cervelli.
Le moderne neuroscienze suggeriscono che il cervello umano modifichi la propria struttura adattandosi alle esperienze fatte durante la propria vita. Ad ogni nuova esperienza vissuta si formano nuove connessioni fra i neuroni, le cellule di cui sono composti i nostri cervelli.
Tali connessioni si realizzano tramite le diramazioni dei neuroni chiamate sinapsi. Il neurone una volta sollecitato da una certa esperienza, invia messaggeri neurochimici (chiamati neurotrasmettitori) ad altri neuroni che si attivano trasmettendo a loro volta il segnale. Il ripetersi di una certa esperienza rafforza il legame sinaptico di fatto alterando la struttura fisica del nostro cervello.
Questo meccanismo sarebbe alla base di un vero e proprio ricablaggio del nostro cervello sulla base delle esperienze vissute, in questo modo le esperienze passate hanno un impatto duraturo sulla percezione e le decisioni prese dagli individui.
Se questo è il meccanismo ci aspettiamo che:
- le esperienze abbiano impatti duraturi sulle scelte degli individui
- esperienze recenti abbiano impatti maggiori visto il recente consolidamento del ricablaggio neuronale
- l’effetto coinvolga un dominio specifico e non necessariamente concetti od esperienze astratte. Ad esempio l’esperienza vissuta su un determinato mercato finanziario, come quello azionario, resterà confinato a tale dominio senza impattare necessariamente il più generico approccio alle decisioni rischiose
- l’effetto si manifesti anche nei cosiddetti esperti vista la natura fisiologica del fenomeno.
Cosa ci dicono i dati?
Malmandier e Nagel, in un lavoro del 2011 hanno utilizzato dati relativi a cittadini americani raccolti fra il 1964 e il 2004 verificando empiricamente che gli individui che nel corso della propria vita hanno sperimentato situazioni di mercati azionari caratterizzate da crolli o da bassi rendimenti, successivamente si sono dimostrati più avversi al rischio investendo una quota minore dei propri risparmi sui mercati azionari.
Le stime dei due ricercatori ci dicono che, aver sperimentato fasi turbolente sui mercati, riduce di un terzo la probabilità che il risparmiatore investa sul mercato azionario. L’effetto spiegherebbe ad esempio la bassa partecipazione al mercato azionario degli anni ‘80, così come l’alta partecipazione degli investitori più giovani sui mercati azionari a fine anni ‘90.
I risultati sembrano confermare anche che l’effetto è più forte sulle generazioni più giovani che hanno sperimentato di recente un crollo, sebbene l’effetto persista per decenni.
Infine, guardando alla diverse competenze degli investitori in ambito finanziario, i risultati sembrano mostrare che sia investitori professionali che retail sono soggetti agli effetti di lunga durata delle proprie esperienze di vita.
Come impattano gli eventi degli ultimi anni?
Gli ultimi 15 anni hanno visto succedersi svariati eventi epocali, prima la crisi 2007-2008 considerata una delle peggiori dopo la Grande Depressione, poi la crisi del debito europeo e uno dei più lunghi rally azionari della storia.
Infine le nostre vite sono state sconvolte dalla pandemia che ha prodotto e sta producendo effetti probabilmente indelebili sul nostro modo di vivere.
Se il vissuto modifica la stessa struttura fisiologica dei nostri cervelli c’è da attendersi che questi eventi abbiamo posto le basi per i comportamenti futuri degli individui in ambito finanziario, con effetti che dureranno decenni.