FAMIGLIE: La Relazione Banca d’Italia 2019
di Grinny · Pubblicato · Aggiornato
Il 29 maggio Banca d’Italia ha presentata la propria Relazione annuale sulla gestione e sulle attività dell’istituto per il 2019. Il documento redatto dall’istituto e accompagnato dalle considerazioni finali del governatore Ignazio Visco, presenta un quadro dell’economia internazionale, di quella dell’area euro ed infine di quella italiana, relativamente all’anno 2019 e ai primi mesi del 2020. A tal proposito, un’intera sezione è dedicata ai risvolti della pandemia e agli effetti che ci si attende avrà sull’economia
Le Famiglie Italiane prima della pandemia
Per chi si occupa di Finanza personale, risulta di particolare interesse il quadro che l’istituto fa delle famiglie italiane.
Come sono cambiati nel 2019 redditi e consumi? Qual è il trend di medio e lungo periodo? Qual è la ricchezza netta delle famiglie italiane? Quale livello di indebitamento?
Quando siamo chiamati a prendere scelte in ambito finanziario, è utile avere un’idea del contesto in cui si opera, per potersi formare aspettative corrette rispetto all’effetto delle decisioni che prenderemo. Vediamo cosa emerge dal rapporto presentato da Banca d’Italia.
Reddito e consumi
La banca centrale stima che il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2019 sia cresciuto del 1,1% rispetto all’anno precedente.
Si riduce il contributo dei redditi da lavoro dipendente a causa di una minor crescita dell’occupazione, al contrario crescono i redditi derivanti da prestazioni sociali, effetto del fuoco incrociato di “quota 100” e Reddito di Cittadinanza.

Già nel 2019 un generale clima di rallentamento dell’economia ha spinto le famiglie ad incrementare la propria propensione al risparmio che sale al 7,7% del reddito disponibile, mantenendosi su livelli storicamente bassi, sia guardando al passato, che nel confronto con altri paesi europei.
Crescono di appena lo 0,5 % i consumi, spinti verso il basso dalla stagnazione nell’acquisto di beni ( +0.1%) a fronte di una dinamica appena più vivace per la componente dedicata ai servizi ( +0.9%).

Ricchezza e indebitamento
Dalle stime dell’istituto di Via Nazionale, la ricchezza netta delle famiglie italiane, data dalla differenza fra attività e passività, è cresciuta nel 2019 del 1,9%, raggiungendo un valore pari a 8,1 volte il reddito disponibile.
Determinante la crescita delle attività finanziarie +5,2%, a fronte dei rialzi osservati sui mercati finanziari.
Escludendo le attività reali, in gran parte immobili, e guardando esclusivamente alle attività finanziarie, queste ammontano complessivamente a 3,7 volte il reddito disponibile.
Valore fra i più alti in Europa, sebbene il divario si sia più che dimezzato negli ultimi 10 anni.

Un terzo delle attività finanziarie è composto da depositi e circolante, circa il 31,6 % è invece allocato in strumenti di risparmio gestito, tipicamente fondi comuni di investimento e prodotti assicurativi.
Dal lato dell’indebitamento si conferma la peculiarità delle famiglie italiane, che si caratterizzano per il più basso rapporto fra indebitamento e reddito disponibile. Valore che si asseta al 61,9%, contro una media europea del 95%.
A influire sul dato è soprattutto il minor indebitamento per l’acquisto dell’abitazione. L’indebitamento per finalità di consumo è cresciuto dell’8,5% nel 2019, crescita costante dal 2015 che porta tale componente a raggiungere il 12,9% nel rapporto con il reddito disponibile, valore superiore alla media europea (10,5% )

Le famiglie Italiane dopo la pandemia
La crisi sanitaria ha avuto ed avrà nei mesi futuri, importanti ripercussioni, sia sulla situazione economico finanziaria delle famiglie italiane, sia sulle aspettative e le decisioni di consumo e risparmio future.
Le famiglie si trovano a dover fronteggiare sia conseguenze reddituali, con la riduzione di occupazione e redditi da lavoro, sia conseguenze patrimoniali e finanziarie derivanti dal crollo di prezzi azionari, obbligazionari e dalle poche esaltanti prospettive sui mercati immobiliari.
Redditi
L’impatto immediato sui redditi delle famiglie si è manifestato a fronte del prolungato lockdown delle attività non essenziali fra i mesi di Marzo e Maggio.
Banca d’Italia stima che l’impatto sarà maggiore per le famiglie che prima della crisi si collocavano del quinto più basso della distribuzione del reddito.
Ricchezza
La Banca centrale stima che a fine aprile le attività finanziarie in capo alle famiglie si fossero ridotte di circa 130 miliardi di euro, flessione pari a circa il 2,9%, rispetto alla fine del 2019.
La capacità delle famiglie di fronteggiare la caduta del reddito dipende inevitabilmente dalla possibilità di attingere ai propri risparmi per mantenere invariati i consumi.
Anche in questo caso guardando alle famiglie i cui redditi si collocano nel quinto più basso della distribuzione, si stima che l’80% di queste non disponga di risparmi liquidi sufficienti a mantenersi sopra la soglia di povertà per più di nove settimane.
Aspettative
Fra Marzo ed Aprile, Banca d’Italia ha svolto un’indagine straordinaria su di un campione di 3000 famiglie, al fine di valutare le aspettative per i mesi avvenire.
Dall’indagine è emerso che circa i due terzi delle famiglie hanno subito una riduzione dell’attività lavorativa e quindi dei redditi, percentuale che sale all’80% fra le famiglie in cui almeno un componente è lavoratore autonomo.
La metà delle famiglie intervistate si aspetta una riduzione del proprio redditi nei prossimi 12 mesi ed una conseguente compressione dei consumi, specie per viaggi, vacanze e ristoranti.