Il sito Statista ha elaborato un grafico che si concentra su un numero selezionato di paesi esportatori in cui i salari sono tra i più bassi al mondo: principalmente in Asia, ma anche paesi in Africa, dove l’industria dell’abbigliamento è cresciuta negli ultimi anni.
Secondo il dottor Sheng Lu, Università del Delaware, l’Etiopia, l’economia africana in più rapida crescita, ha i salari più bassi nell’industria tessile globale. Nel tentativo di attrarre investitori stranieri, l’Etiopia ha implementato il salario minimo più basso di qualsiasi paese produttore di abbigliamento: solo 26 dollari al mese, ovvero circa 23 euro. Uno studio pubblicato nel 2019 dalla New York University ha rivelato che molti dei gruppi di abbigliamento più famosi al mondo, tra cui H&M e PVH (la società madre di marchi come Tommy Hilfiger e Calvin Klein), attualmente impiegano migliaia di lavoratori in Etiopia.
I salari mensili sono leggermente più alti ma ancora estremamente bassi in Madagascar (48 euro), Bangladesh (83 euro) e Pakistan (85 euro). La Cina, che rimane il più grande esportatore mondiale di abbigliamento nonostante l’aumento dei mercati concorrenti, nel 2019 aveva un salario mensile minimo di 200 euro per il settore.