INVESTIMENTI ESTERI DI PORTAFOGLIO IN CALO

INVESTIMENTI ESTERI DI PORTAFOGLIO IN CALO

Un'azienda assicurativa cinese acquista azioni quotate di una banca svizzera. Un fondo pensione britannico investe in titoli di Stato degli Stati Uniti. Una società multinazionale del settore tecnologico detiene azioni di un fondo di investimento nelle Isole Cayman.

Tutti gli esempi sopra riportati dal Fondo Monetario Internazionale sono esempi di attività di investimento in portafoglio. Queste possono includere sia titoli di debito che di capitale, ma differiscono dagli investimenti diretti perché gli investitori non controllano la gestione delle aziende in cui investono.

Gli investimenti in portafoglio esteri contribuiscono al funzionamento dei mercati finanziari globali e forniscono agli investitori i vantaggi della diversificazione internazionale. Questi investimenti sono anche utili come fonte di finanziamento per le economie ospitanti.

A differenza degli investimenti diretti esteri, gli investimenti in portafoglio tendono ad essere volatili e, se non ben monitorati e gestiti, possono causare sfide macroeconomiche come il surriscaldamento dell’economia ospitante, la perdita di competitività delle esportazioni a causa dell’apprezzamento del tasso di cambio e una maggiore vulnerabilità in caso di crisi.

L’ultimo report del Fondo sugli investimenti di portafoglio mostra che, in mezzo a molteplici shock, le attività di investimento di portafoglio a livello globale sono diminuite del 15% nella prima metà dell’anno scorso, la più grande diminuzione dal 2008. La diminuzione è attribuita sia alla riduzione degli investimenti che agli effetti legati alla diminuzione delle valutazioni di borsa.

L’elevata avversione al rischio, unita all’aumento dei prezzi dell’energia, ai rischi geopolitici e inflazionistici e alle politiche monetarie restrittive delle economie avanzate, ha pesato sui mercati dei capitali e sugli investimenti di portafoglio.

Come mostra il grafico, i primi 10 paesi detentori di investimenti in portafoglio, che rappresentano collettivamente circa i due terzi delle posizioni globali monitorate dal FMI, hanno subito una forte diminuzione rispetto a sei mesi prima.

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