MERCATI EMERGENTI: SENTIMENT DI MERCATO E FLUSSI DI CAPITALI
di Grinny ·

I mercati emergenti hanno assunto un ruolo chiave nei portafogli degli investitori negli ultimi anni. In un mercato caratterizzato da bassi tassi di interesse e forte intervento delle banche centrali gestori di fondi e consulenti alla ricerca di rendimenti hanno trovato nei mercati emergenti una valida asset class per diversificare i portafogli.
I flussi verso i mercati emergenti restano tuttavia molto volatili, sebbene molti paesi in via di sviluppo abbiano adottato politiche monetarie e fiscali oculate essi continuano a rappresentare mercati vulnerabili al cambiamento di sentiment sui mercati.
Durante le fasi di incertezza gli investitori preferiscono ancora convogliare i risparmi verso porti considerati più sicuri, causando importanti flussi di capitali in uscita dai mercati emergenti. Negli anni passati si sono susseguiti eventi che hanno generato la fuga dai mercati emergenti.
Banca d’Italia in un proprio studio ripreso da Morningstar ha analizzato alcuni di questi eventi, come il taper tantrum del 2013, le vendite sul mercato azionario cinese del 2015, l’elezione di Donald Trump nel 2016, le vendite sui mercati emergenti seguite all’apprezzamento del dollaro nel 2018 e l’esplosione della crisi legata alla pandemia nel 2020.
Durante questi eventi i fondi specializzati nell’investimento in mercati emergenti hanno visto imponenti deflussi di capitali.
Per gli investitori il rischio è quello di subire forti perdite dovute al disallineamento fra le richieste di riscatto e le disponibilità liquide detenute dai gestori dei fondi, è importante quindi essere consapevoli che investire sui mercati emergenti vuol dire tenere fede ad un orizzonte temporale di lungo periodo, scommettendo sulla crescita economia dei paesi in via di sviluppo.