POLIZZA VITA, QUANTO ASSICURARSI? 3 SEMPLICI REGOLE
di Grinny · Pubblicato · Aggiornato
Dopo aver deciso se una polizza vita è lo strumento giusto per proteggere la tua famiglia, è necessario quantificare la copertura di cui hai bisogno.
Le polizze Temporanee Causa Morte (TCM) prevedono di stabilire l’ammontare assicurato, cioè la somma che sarà pagata ai beneficiari in caso di morte.
Il premio annuo che la compagnia ti chiederà di pagare dipenderà da tale ammontare, pertanto è importante quantificarlo correttamente.
Il capitale assicurato dovrà essere adeguato alle reali esigenze di chi si intende tutelare. Da un lato scegliendo un capitale particolarmente basso, i tuoi familiari resteranno esposti ai rischi conseguenti al tuo decesso, dall’altro lato una copertura troppo alta distoglierebbe troppe risorse da altri obiettivi finanziari.
Nel loro testo sulla finanza personale gli esperti della materia Jack R. Kapoor, Les R. Dlabay e Robert J. Hughes suggeriscono qualche utile regola.
Le più semplici ed intuitive assumono di trovarsi di fronte ad una famiglia “tipo”.
1. METODO SEMPLICE
Si basa su una regola che potremmo definire “approssimativa”. Nel mondo anglosassone regole di questo tipo sono definite “rule of thumb”, regola del pollice, con riferimento al gesto di misurare un oggetto senza l’utilizzo di uno strumento.
La regola suggerisce che una famiglia “tipo” necessiterebbe di un lascito pari al 70% dei redditi annuali del deceduto per una durata di 7 anni.
PRO: Ha il vantaggio di essere una regola semplice, di immediata comprensione e applicabile da tutti.
CONTRO: La regola di per sé non ha alcun fondamento statistico e non si adatta alle specificità della famiglia, come ad esempio la presenza di debiti in capo all’assicurato o il fatto che 7 anni potrebbe essere un orizzonte temporale troppo corto in presenza di figli piccoli.

2. DUE REDDITI E NESSUN FIGLIO
Se non sia hanno figli, ed entrambi i coniugi percepiscono redditi sufficienti, una regola molto semplice consiste nell’assicurare quel tanto che basta a consentire al coniuge superstite di poter far fronte agli eventuali debiti in essere.
PRO: Anche questa regola ha il vantaggio di essere semplice. È necessario conoscere esclusivamente l’ammontare complessivo dei debiti in essere.
CONTRO: Non si prendono in considerazione le specificità della famiglia. Se ad esempio il coniuge che vogliamo proteggere, ha un lavoro precario o occasionale, potremmo decidere di assicurarsi per un importo pari al 100% dei debiti in essere.

3. ASSICURARE ANCHE IL CONIUGE CHE NON LAVORA
Anche l’eventuale coniuge che non lavora, dovrebbe valutare una copertura assicurativa che tuteli i propri cari in caso di decesso.
Quando non lavorare è una scelta consapevole del coniuge e della famiglia, spesso tale scelta è fatta in funzione di una serie di attività domestiche di cui il coniuge si occupa, come la pulizia della casa, accudire i figli o i genitori anziani, preparare i pasti o fare il bucato.
Stimare tale contributo non è un esercizio semplice. Il rapporto ISTAT “I Tempi della vita quotidiana” pubblicato nel 2019, quantifica il lavoro domestico sulla base delle ore ad esso dedicato dalle famiglie italiane.
In media si calcola che il lavoro domestico impieghi circa 3.46h al giorno. Ipotizzando di sostituire tale lavoro con l’assunzione di un collaboratore domestico si giunge ad una stima che oscilla fra i 10.000 € e i 15.000 € annui.
La regola suggerita per il calcolo del capitale assicurato è quella di moltiplicare tale contributo per il numero degli anni che mancano a che il figlio più piccolo compia 18 anni.
PRO: Questa regola, oltre ad essere semplice nell’attuazione, consente di prendere in considerazione un aspetto spesso trascurato, cioè quello del lavoro domestico.
CONTRO: Stimare il contributo in termini di lavoro domestico è un esercizio complesso e necessariamente approssimativo. Anche l’ipotesi di calcolare il fabbisogno in relazione al raggiungimento della maggiore età dei figli è ovviamente una semplificazione.

Le tre regole proposte, come detto, hanno il vantaggio di fornire una risposta rapida a chi volesse quantificare quanto è opportuno assicurarsi in una polizza vita.
Possono rappresentare un punto di partenza e una modalità valida per non farsi trovare impreparatI di fronte all’offerta di un assicuratore. Tuttavia, se vogliamo che la polizza vita rappresenti uno strumento di protezione efficace, sarà opportuno adottare un approccio che tenga conto delle esigenze specifiche della propria famiglia.
A questo sarà dedicato un prossimo articolo!