SPESA E CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE

SPESA E CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE

Nel 2020, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.328 euro mensili in valori correnti (-9,0% rispetto al 2019). Considerata la dinamica inflazionistica (-0,2% la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, NIC), il calo in termini reali è appena meno ampio (-8,8%).

È la contrazione più accentuata dal 1997 (anno di inizio della serie storica), che riporta il dato medio di spesa corrente al livello del 2000.

Nello specifico, rispetto al 2019, rimangono sostanzialmente invariate la spesa per alimentari e bevande analcoliche (468 euro al mese) e quella per abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (893 euro mensili, di cui 587 euro di affitti figurativi).

I livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, continuano infatti a registrarsi nel Nord-est (2.525 euro), nel Nord-ovest (2.523 euro), e nel Centro (2.511 euro), mentre sono più bassi, e inferiori alla media nazionale, nel Sud (1.898 euro) e nelle Isole (1.949 euro). Nel 2020, rispetto al Sud, nel Nord-est si spendono, in media, circa 627 euro in più, una differenza pari al 33,0% (era il 34,9% nel 2019), mentre rispetto alle Isole il vantaggio in valori assoluti del Nord-est è pari a 576 euro (29,6% in più, a fronte del 34,7% dell’anno precedente). 

Al crescere del livello di istruzione della persona di riferimento, migliora la condizione economica e, di conseguenza, il livello delle spese. Si passa, infatti, dai 1.596 euro mensili delle famiglie in cui la persona di riferimento ha al massimo la licenza elementare ai 3.169 euro di quelle con persona di riferimento con titolo universitario. Rispetto al 2019 tutte le famiglie hanno diminuito la loro spesa per consumi, ma sono quelle con persona di riferimento con laurea o post-laurea a registrare la flessione più ampia (-11,6%) anche perché riservano quote di spesa più elevate a comparti merceologici che più di altri hanno risentito delle conseguenze della crisi sanitaria, quali Servizi ricettivi e di ristorazione (4,4%, 6,9% nel 2019) e Ricreazione, spettacoli e cultura (5,1%, il 6,2% nel 2019). 

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