SPESE SANITARIE: QUANTO INCIDONO SULLE FINANZE DEI CONSUMATORI
di Grinny ·

La spesa privata per la sanità in Italia rappresenta circa un quarto della spesa sanitaria totale nel paese, equivalente al 7,2% del prodotto interno lordo nel 2021, pari a poco più di 2.160 euro pro capite. Questa spesa è costituita principalmente da pagamenti diretti effettuati dalle famiglie, corrispondenti al 90% del totale, mentre la quota residua è intermediata da terzi come fondi sanitari, società di mutuo soccorso, casse, compagnie assicurative, istituzioni senza fini di lucro e imprese.
La spesa delle famiglie italiane per la sanità è particolarmente elevata rispetto alla media europea. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, gli esborsi diretti delle famiglie italiane ammontano a circa 570 euro pro capite, mentre nei paesi dell’Unione Europea si aggirano intorno ai 470 euro pro capite. Questo aumento della spesa è influenzato dalla riduzione delle risorse pubbliche destinate alla sanità nel decennio precedente alla pandemia, nonostante una crescente domanda di cure, principalmente a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle patologie croniche. Tuttavia, alcune analisi suggeriscono che una parte significativa di questa spesa potrebbe essere attribuita a consumi sanitari impropri, causati da una crescente medicalizzazione della società.
I dati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia, integrati con quelli dell’Indagine sulle spese delle famiglie dell’Istat, dimostrano che l’incidenza delle spese sanitarie sul reddito delle famiglie italiane diminuisce man mano che il reddito aumenta. Ad esempio, la spesa per motivi di salute rappresenta dal 7,2% al 2,3% del reddito familiare lordo per il primo e l’ultimo scaglione di reddito, rispettivamente. In media, i consumi sanitari costituiscono il 4-5% della spesa totale delle famiglie italiane. La maggior parte di questa spesa è destinata all’acquisto di farmaci e dispositivi medici, soprattutto per le famiglie a basso reddito, con una percentuale di circa il 60% della spesa sanitaria totale nei primi due scaglioni di reddito. Va notato che la spesa per prestazioni odontoiatriche aumenta in proporzione al reddito disponibile familiare, passando dal 10% al 21% dal primo all’ultimo quintile di reddito equivalente.
In termini assoluti, la spesa sanitaria privata è fortemente concentrata tra le famiglie più abbienti. L’indice di Gini, che misura l’ineguaglianza nella distribuzione della spesa, è di 0,25 per la spesa complessiva delle famiglie, ma supera lo 0,60 per i consumi sanitari. I dati dell’indagine mostrano che i nuclei familiari con redditi superiori a 85.000 euro effettuano i due terzi della spesa sanitaria privata, e la concentrazione della spesa sanitaria è molto più accentuata rispetto alla distribuzione dei redditi. Le famiglie che si collocano nella prima metà della distribuzione dei redditi sono responsabili di meno del 40% dei consumi sanitari.
In sintesi, la spesa sanitaria privata in Italia è significativa e rappresenta una parte importante della spesa totale per la sanità nel paese. Tuttavia, questa spesa varia notevolmente in base al reddito delle famiglie, con una maggiore incidenza per le famiglie più abbienti. La riduzione delle risorse pubbliche destinate alla sanità e la tendenza alla medicalizzazione della società potrebbero contribuire all’aumento della spesa sanitaria privata.