TENSIONI SOCIALI E PROTESTE NEL 2022
di Grinny ·

Il Fondo Monetario internazionale ha sviluppato a partire dal 2020 un indice per misurare i disordini sociali e le proteste a livello globale e per i singoli paesi, utilizzando il numero di notizie riportate dai media a livello globale.
Disordini e proteste erano in aumento a livello globale prima dello scoppio della pandemia. Durante la fine del 2019, l’attività si è concentrata in particolare in due regioni. Un’ondata di proteste ha travolto parti dell’America Latina in ottobre e novembre a partire dal Cile; i disordini sono aumentati anche in Medio Oriente, in particolare in Algeria, Iran, Iraq e Libano.
All’inizio della pandemia, i disordini sono diminuiti improvvisamente. La tempistica del declino ha coinciso con l’inizio della pandemia, che ha visto un aumento del distanziamento sociale, sia volontario che obbligatorio. Anche nel bel mezzo della pandemia eventi significativi di disordini si sono verificati in Brasile, spinti da sentimenti antigovernativi; negli Stati Uniti, dove ci sono state grandi proteste contro le discriminazioni razziali; in Etiopia, con l’acuirsi delle tensioni interetniche; oltre randi proteste antigovernative in Libano e Bielorussia.
Successivamente un’ondata di proteste ha riguardato molti paesi occidentali con riferimento alle proteste verso le misure di distanzialmento sociale imposte durante la pandemia.
Nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo si è assistito a proteste antigovernative in Kazakistan e Ciad; un colpo di stato in Burkina Faso; proteste regionali in Tagikistan; e una crisi costituzionale in Sudan.
Gli ultimi mesi del 2022 hanno visto l’escalation delle proteste in Iran contro il regime e in Cina nei confronti della politica di zero-covid perseguita dal governo.
Tuttavia guardando all’indice elaborato dal FMI, i disordini sociali rimangono bassi rispetto ai livelli pre-pandemia.